Nonostante siano numerosi i grossisti europei che considerano le varietà svizzere di Marijuana Light tra le migliori in circolazione per qualità di infiorescenze, in Italia dal giorno 6 del mese di marzo 2018 vige un blocco sulla Marijuana leggera di provenienza svizzera.
Il resto dell’Europa si trova grossomodo nelle nostre condizioni
Il blocco è dovuto a una circolare emanata dal Ministero della Salute in data 6 marzo 2018. Detta circolare, dietro diverse segnalazioni da parte della polizia di frontiera, ha decretato che le varietà di Marijuana Legale svizzere devono essere considerate come prodotti illegali.
Inutile dire che il blocco dell’esportazione non è piaciuto agli “amici” elvetici. Questo perché nel loro Paese si produce troppa Cannabis sopra lo 0,5% di THC.
Ma qual è il motivo che ha spinto le autorità Europee a bloccare l’importazione dalla Cannabis dalla Svizzera?
La ragione è questa: la Marijuana Light prodotta in Svizzera non appartiene ai semi certificati inseriti nell’elenco delle 68 varietà di Cannabis Light consentite dall’Unione Europea. Tra queste ci sono anche 10 varietà di Cannabis made in Italy (Asso; Carma; Carmagnola; Carmaleonte; Codimono; CS; Eletta campana; Fibranova; Fibrante; Glecia). In altre parole, la Marijuana svizzera, non derivando dai semi certificati presenti nell’elenco Europeo, non può entrare in terra italiana ed europea. Il rischio che i prodotti svizzeri superino lo 0,5 % di Thc è altissimo. I maggiori problemi relativi ai controlli, sia in Italia che in Europa li abbiamo avuti con marijuana svizzera.
Come accennato sopra e come si può leggere nelle pagine del sito Canapa Industriale, a proibire l’ingresso della Marijuana svizzera è stato il Ministero della Salute, il quale ha messo il suo veto. Lo ha fatto chiarendo che la legge numero 242 del dicembre 2016 fa riferimento solo ed esclusivamente alle varietà di Marijuana certificate a livello europeo, e affermando – precisa la redazione del sito Cannabis Industriale – “che per tutte le altre varietà, indipendentemente dal livello di THC, sarà applicato il DPR 309 del 1990, la legge che regola gli stupefacenti”.
Detto altrimenti: lo Stato italiano riconosce come Cannabis Light solamente quella proveniente dai semi certificati a livello europeo, quindi tutte le altre genetiche, comprese quelle svizzere, vengono considerate sostanza stupefacente.
Pertanto chi vende Marijuana leggera di provenienza elvetica rischia un’accusa per spaccio e detenzione ai fini di spaccio, mentre chi la acquista può incorrere in sanzioni amministrative, tra le quali il ritiro della patente, del passaporto, del porto d’armi e via discorrendo.
Quanto detto vale anche per la Marijuana che presenta un basso contenuto di tetraidrocannabinolo (THC). Questo però non è il caso della Cannabis svizzera. Dal momento che la normativa dello Stato confederale consente la coltivazione, il consumo e il commercio di Marijuana con un contenuto di THC dell’1%, ma vieta la coltivazione, il consumo e la vendita della Cannabis che sfora il suddetto limite percentuale. Un limite che in Italia è dello 0,2% ma che risulta tollerato fino allo 0,5%. Vale a dire oltre questa soglia la Marijuana non è qualificata come sostanza legale e viene considerata una droga leggera.
Quando le cose sono cambiate?
Per cercare di capire meglio le ragioni del divieto sulle importazioni di Marijuana dalla Svizzera siamo andati a leggere la circolare dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, firmata dal direttore centrale Antifrode e Controlli Maurizio Montemagno, il cui oggetto sono le importazioni di Canapa Sativa.
In questo documento viene spiegato con chiarezza che i prodotti a base di Cannabis provenienti dalla Svizzera non possono essere autorizzati all’ingresso in territorio italiano, in quanto le piante di Cannabis coltivate in questo Paese non sono presenti nell’elenco comunitario e anche perché in Svizzera vengono sovente coltivati ibridi di varietà non previste nel sopracitato Catalogo.
Per questa ragione le eventuali partite di Marijuana importate da produttori e grossisti devono essere rispedite al mittente, vale a dire al Paese Elvetico, in quanto non autorizzate.
Non è ancora tutto. Nel documento si esplicita anche che il blocco è dovuto al fatto che nella legge numero 242 del 2016 non viene contemplata la possibilità di importare Cannabis da altri Paesi.
Nella fattispecie la Marijuana coltivata legalmente in Svizzera, non essendo una varietà tra quelle ammesse alla coltivazione, non è ritenuta in regola in quanto non rispetta i dettami della legge 242. La circolare ministeriale, inoltre, si esprime anche sul CBD. Per quanto concerne i prodotti che contengono cannabidiolo (meglio conosciuto con l’acronimo CBD), non essendo questo metabolita una sostanza psicotropa, secondo il documento questi devono essere sottoposti alle norme che vengono adottate in materia di medicinali. Ciò significa che il CBD destinato all’impiego terapeutico dovrà essere prodotto solamente all’interno degli stabilimenti decisi per legge.
Tra i diversi sostenitori del blocco delle importazioni di Marijuana dalla Svizzera c’è anche la Federazione italiana canapa, meglio conosciuta come Federcanapa, che in data 8 marzo ha diramato una nota stampa nella quale afferma che è giusto bloccare le importazioni di canapa dalla Svizzera. “Federcanapa – si legge nel comunicato – approva il blocco delle importazioni di canapa dalla Svizzera […] perché ritiene fondamentale il rispetto delle norme europee, che riconoscono legittima solo la coltivazione e la distribuzione di prodotti ottenuti da semi di varietà iscritte al Catalogo Europeo”. Per quanto concerne le importazioni svizzere – precisa l’associazione – queste “riguardano in genere varietà di altro tipo, a forte contenuto di cannabidiolo (CBD)”. La nota stampa della Federazione italiana canapa spiega inoltre che l’Italia non ha bisogno di importare le piante svizzere in quanto possiede ottime varietà legali di Cannabis, “come la Carmagnola o la Eletta Campana, ricche di principi attivi”.
La Cannabis Sativa Carmagnola è una delle genetiche storiche di canapa italiana. Quella in oggetto è un genotipo diodico coltivato da diversi secoli in tutto il territorio italiano. Anche la Cannabis Sativa Eletta Campana è una genetica storica dell’Italia. Questa varietà, che si caratterizza soprattutto per la dimensione delle sue foglie, in passato è stata coltivata più che altro in Campania.
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Gli effetti collaterali di lavorare con un produttore, broker o rivenditore svizzero possono essere catastrofici. Ti possono portare dritto dritto al fallimento.
Io ho vissuto in prima persona le conseguenze di una scelta così sbagliata, come quella di comperare dagli svizzeri. Se non avessi fatto delle azione correttive, oggi non sarei qui.
E’ successo all’inizio della mia avventura nel mondo del CBD, ed è stata la svolta che ha fatto diventare Weedbase l’azienda che è oggi. Perchè da quel momento abbiamo preso il controllo sulla produzione ed abbiamo la sicurezza su ciò che vendiamo.
Lavorare con gli svizzeri è stato un vero casino. Prima di tutto il prodotto non è mai un prodotto naturale, viene sempre coltivato in indoor o con le lampada, sostanze chimiche di vario tipo vengono utilizzate in abbondanza perchè la Svizzera non si presta per niente alla coltivazione e quindi bisogna correre ai ripari con elementi non naturali.
Nel resto del mondo dell’agricoltura hai mai sentito parlare di pomodori svizzeri? Insalata, mais, grano svizzero? Vino, olio di oliva o qualche chicca svizzera?
NO
C’è un motivo, il loro clima è pessimo, dalla loro hanno una legge chiara che ha dato l’opportunità di coltivare Canapa e basta. Per ora gli svizzeri sono amati solo per i formaggi, la caramella ricola e il cioccolato. Basta.
Per la marijuana sono nettamente svantaggiati rispetto a noi Italiani e i loro prodotti parlano chiaro, non sono coltivati con metodo naturale.
Altro punto dolente quando mi rifornivo da loro: l’erba era abbassata.
Ho fatto un’articolo apposta su questo argomento, ma in poche parole cosa succede,
succede che la legge svizzera permette la coltivazione di genetiche fino all’1% di THC, invece che lo 0.2% europeo. Una bella differenza.
Gli svizzeri che fanno quindi?
La merce con un THC così alto non la possono vendere e quindi con un procedimento malefico chiamato “washing”, abbassano il THC e lo portano a 0.1%, facendo diventare il prodotto legale.
La loro genialata gli costa poco in termini economici, ma è un procedimento pericoloso e pessimo per il prodotto. Di volta in volta mi trovavo con merce che non aveva alcun sapore, alcun odore, tutta dello stesso colore e tutta uguale.
I miei clienti cominciavano ad essere scontenti e nel giro di poco avrei perso il mio giro di affari.
Il trasporto era un casino. Non avendo possibilità di importare o esportare con facilità, gestivano i trasporti come se fosse un prodotto di contrabbando. A volte ce la portavano in auto, a volte usavano dei trasportatori privati che tutte le volte cambiavano. Non erano mai puntuali e non potevamo mai stare tranquilli.
Le analisi erano un’altro punto debole. Si presentavano con analisi svizzere, a volte vere, a volte mezze fotoshoppate e in ogni caso inutilizzabili.
Noi come piccoli clienti dovevamo rifarcele e spendere un sacco di soldi per correre dietro al fornitore. Perdevamo soldi ogni volta che dovevamo tutelarci. Oggi come Weedbase non c’è nessun cliente nostro che ci deve pensare, essendoci passato so cosa vuol dire tirare fuori 100€ ad analisi, perchè il fornitore non vuole aiutarmi.
Un’altro problema che esiste, ma che io non ho avuto è quello relativo ai controlli. Le forze dell’ordine se il prodotto non è europeo vanno subito sull’attenti e cominciano ad accanirsi.
Avere un prodotto europeo, con trasporto tracciato, bolla , DDT, fatturazione elettronica, analisi eropee, provenienza certa oltre che a migliorare la vita lavorativa, evita anche di avere controlli inutili con le forze dell’ordine.
Avere un prodotto non abbassato e di qualità come Weedbase, garantisce di avere la fila di clienti fuori dalla porta.
Conclusioni?
Inutile girarci intorno: acquistare Marijuana svizzera è a tutti gli effetti una pessima idea. Non solo, con questo modus operandi si rischia altresì di mettere nei guai anche i possibili clienti che acquistano questa Marijuana pensando che quest’erba sia un prodotto legale, mentre per la legge italiana non è altro che uno stupefacente.